Il mondo dei primi anni 2000 era molto diverso da quello nel quale stiamo vivendo oggi. Le minacce informatiche erano senz’altro molto presenti ma differenti e meno sofisticate. Per questo gli antivirus, strumento essenziale per ogni azienda, si sono evoluti nel corso del tempo. In questo articolo cerchiamo di analizzarne l’evoluzione.
Le origini
Gli albori dei software antivirus risalgono agli anni Ottanta quando apparvero i primi virus informatici. Il termine “virus informatico” fu coniato da Fred Cohen nel 1983, all’epoca si riferiva per lo più a programmi capaci di replicarsi e infettare altri software. Lo scopo iniziale dei programmi antivirus era rilevare e rimuovere questi primi virus, che venivano diffusi spesso tramite supporti fisici come i floppy.
Gli anni 2000
Con il nuovo millennio le cose cambiano. A quel punto gli antivirus si affidavano alla rilevazione basata su firme. In altre parole ogni software di questo tipo faceva riferimento ad un enorme database continuamente in aggiornamento che riconosceva stringhe di codice caratterizzanti di questa o quella minaccia. Ogni scansione prevedeva, quindi, il confronto con il database per rilevare minacce nel computer. Ad esempio, Norton AntiVirus utilizzava la rilevazione basata su firme insieme all’analisi euristica per identificare i file sospetti. Questi primi programmi antivirus richiedevano aggiornamenti frequenti dei loro database di firme per rimanere efficaci contro nuovi virus. Ne consegue che i costi di gestione erano alti e spesso le minacce avevano tempo di proliferare prima che uscisse la patch in grado di bloccarle.
Le minacce evolvono
Il panorama delle minacce informatiche è cambiato drasticamente dai primi anni 2000. Inizialmente, la preoccupazione principale erano i virus che potevano replicarsi e diffondersi tramite file o email infetti. Tuttavia, con la diffusione dell’uso di internet, sono emersi nuovi tipi di malware. Phishing e ransomware sono diventati termini sempre più frequenti nel dibattito sulla sicurezza informatica. Oggi l’AI in questo senso è diventata sempre più importante sia per chi crea nuove minacce sia per chi deve scovarle.
Strumenti sempre più complessi
Il software antivirus moderno utilizza un approccio multi-livello alla sicurezza informatica. A differenza dei primi giorni, le soluzioni odierne utilizzano una combinazione di metodi per rilevare e prevenire il malware:
- Protezione in tempo reale: gli antivirus monitorano continuamente i file e le attività in tempo reale, bloccando le minacce man mano che si presentano;
- Rilevazione euristica e comportamentale: queste tecniche avanzate analizzano il comportamento dei file e dei programmi per identificare attività sospette, anche se il malware non corrisponde a nessuna firma conosciuta;
- Machine Learning e AI: queste tecnologie consentono al software di prevedere e riconoscere nuove minacce imparando da grandi quantità di dati;
- Analisi cloud: lo spostamento di alcuni processi nel cloud consente scansioni più efficienti e approfondite senza sovraccaricare le risorse locali;
- Protezione completa: le soluzioni moderne proteggono contro una vasta gamma di minacce oltre ai virus, includendo ransomware, spyware e tentativi di phishing.
L’AI e machine learning: imprescindibili
Queste tecnologie permettono ai programmi antivirus di rilevare e rispondere alle minacce in modo più rapido e accurato. Gli algoritmi di machine learning sono studiati per analizzare modelli e comportamenti da enormi set di dati, consentendo al software di identificare anomalie e potenziali minacce che i metodi tradizionali potrebbero non rilevare. L’AI migliora questo processo aggiungendo capacità predittive, permettendo alle soluzioni antivirus di affrontare preventivamente le minacce emergenti prima che diventino diffuse.