Kaizen: un nome esotico per un concetto fondamentale. Ne parliamo in modo approfondito nell’articolo di oggi.
Le origini
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Giappone è una nazione sconfitta, che ha pagato un pesante tributo in termini di vite ma anche di infrastrutture. In questo clima però bisognava riprendere a produrre e lavorare ma certo non era facile. Bisognava ricostruire non solo le industrie ma anche ripartire dalle basi per riprendere la vita dopo la guerra.
Le origini di questa metodologia in realtà prende ispirazione da una nata negli USA. Negli anni Trenta l’ingegnere Walter Shewhart inventò il “Plan-Do-Study-Act”, si trattava di un semplice ma efficace approccio alla produzione.
I punti erano i seguenti:
- Plan: ovvero pianifica, cerca di capire come affrontare un problema;
- Do: affrontalo seguendo il tuo piano;
- Study: analizza quanto hai fatto e cerca di capire cosa potresti migliorare;
- Act: implementa il piano se questo ha funzionato, altrimenti ricomincia il ciclo.
Una prima evoluzione
Il vantaggio di un simile approccio consiste nell’aumentare la consapevolezza dei dipendenti e favorire un approccio critico alla risoluzione dei problemi piuttosto che un approccio meccanico.
Deming raffinò questo concetto ponendo alla base il “Total Quality Management”. Per gestire tutto al meglio è necessario capire le cause “speciali” e le cause “comuni” dei cambiamenti.
Le cause speciali possono anche essere esterne alla produzione, ad esempio una catastrofe naturale. Quelle comuni sono costituite da tutti quei piccoli dettagli che cambiano ogni giorno rendendo difficile l’individuazione.
All’inizio l’approccio di Deming non ebbe alcun successo in USA, impegnati a produrre quanto più possibile per venire incontro al boom dei consumi dopo la fine della guerra.
L’arrivo in Giappone
Deming fu inviato, tra gli altri, appunto per risollevare il Giappone dopo la pesante sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. C’era bisogno di visionari, intellettuali di rango, in grado di rimettere in carreggiata la nazione.
Nel corso di pochi decenni il PIL del Giappone prese a crescere moltissimo, e negli anni Settanta divenne il secondo del mondo, a tutti gli effetti il Paese era tornato in carreggiata.
Certo, era già cosa nota la qualità della manifattura delle industrie del Paese ma di certo i miglioramenti furono anche merito di uomini come Deming che fu anche insignito di una delle massime onorificenze del Giappone.
Toyota: un esempio lampante
La Toyota applicò questa filosofia al meglio, arrivando a competere nel mercato automobilistico anche in casa americana, nella quale la tradizione era molto forte e c’erano marchi di grande blasone.
Il successo derivò da:
- la riduzione degli sprechi e delle attività giudicate improduttive;
- la semplificazione dell’attività;
- riduzione dei costi di produzione per i punti precedenti.
Negli anni Ottanta la produzione di veicoli ebbe un’impennata e nel 1986 fu il primo brand straniero in USA ad essere capace di vendere un milione di auto in un anno, un risultato straordinario per il mercato dell’epoca dovuto a modelli iconici come la Toyota Corolla FX16.
Un altro pilastro della produzione automobilistica Toyota era quello del Just In Time: i pezzi vanno consegnati quando servono, né prima né dopo. Questo consentiva di contenere i costi e rendere molto più competitivo il prodotto.
10 principi del Kaizen
- migliora continuamente;
- elimina i concetti vecchi;
- non darti scuse e lavora sodo;
- non avere paura di implementare nuovi metodi;
- se qualcosa va storto, sistemalo;
- dai a tutti gli strumenti per risolvere i problemi;
- prendi informazioni da più persone;
- prima di prendere una decisione domandati perché, arriva alla causa primaria;
- risparmia su piccole cose per investire in futuro;
- non smettere mai di migliorare.
Gemba e Kaizen
Gemba significa “posto reale” vale a dire la fabbrica, questo significa che il Kaizen deve essere ancorato alla realtà. Inutile pensare a soluzioni quando non si respira l’aria che respirano coloro che lavorano nella fabbrica vera e propria.
- quando un problema sorge, vai subito nel Gemba;
- controlla le macchine, strumenti e verifica che tutto sia in ordine;
- prendi subito le contromisure necessarie;
- trova la causa;
- standardizza la soluzione e previeni la ripetizione del problema.
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